Praticare Yoga all’aperto, fa bene o male?

Quando finalmente arriva la stagione calda è difficile restistere al richiamo della natura. Diventa infatti possibile praticare lo Yoga e la Meditazione all’aperto. Su una spiaggia, su un prato, al mare o in montagna è comunque bellissimo dedicarsi a se stessi circondati dalla natura, dalla luce naturale e dall’aria fresca.
Ovviamente ci sono molti benefici che aumentano per il solo fatto di praticare all’aperto. Dando per scontato che il luogo dove si pratichi sia lontano dallo smog e dall’inquinamento acustico, vediamone alcuni:
- La percezione visiva e sensoriale in genere dello spazio aperto influenza positivamente in modo sottile il sistema nervoso centrale facilitado la tendenza all’apertura e al rilassamento
- Il contatto con l’aria pura invita il corpo ad aprire gli spazi polmonari. I bronchi si dilatano e l’ossigenazione aumenta: (Molto utile per contrastare la tendenza dei polmoni a chiudersi quando sono in contatto con le polveri e gli smog della città)
- Il corpo traspirando all’aperto scambia con l’ambiente in un modo più libero. La purificazione dell’organismo viene facilitata.
- La luce naturale raggiungendo la pelle mette in moto processi biochimici importanti che nei luoghi chiusi vengono meno.
- Lavorare sulle energie sottili, sul prana, diventa molto più facile e si progredisce più velocemente nella pratica del Prana Dhara (fluire del prana).
- Praticando all’aperto ci mettiamo in connessione con la natura e questo porta i cicli dell’organismo ad armonizzarsi con quelli dell’ambiente.
Per fare si che la pratica all’aperto porti solo benefici è però importante considerare alcuni fattori. Trascurando alcuni fattori fondamentali infatti la pratica può fare più male che bene.
In fondo si tratta di quelle precauzioni che già la mamma ci insegnava da piccoli:
- Evita di praticare sotto il sole diretto: a parte l’alba e il tramonto solo le ore in cui il sole non picchia forte sono quelle adatte alla pratica. Praticare sotto il sole nelle ore in cui irradia intensamente provoca irritazione al sistema nervoso, squilibrio delle energie sottili, aumento del calore interno del corpo.
- Evita di praticare in correnti d’aria. Anche se calda o fresca al punto da rendere piacevole la brezza durante la pratica, l’aria in movimento ha una diretta influenza con il sistema di regolazione sottile del corpo. il dosha Vata viene alterato se la corrente è forte ma soprattutto il sistema nervoso ne risente. Soprattutto poi se fai una pratica dinamica, è importante che non prendi aria sul corpo sudato.
Sembrerà scontato ma aria e sole possono essere utili elementi come intensi fattori di disturbo. Stiamo parlando soprattutto di disturbi che queste forze della natura possono portare sui piani sottili. Ho provato a praticare in tutte le situazioni nella mia vita e posso dire con certezza che il sole intenso e le piacevoli brezze estive possono portare variazioni che li per lì non si colgono ma qualche ora più tardi possono essere riconosciute da alcuni semplici sintomi: quando fai per esempio fatica ad addormentarti o sei stranamente nervoso puoi ripensare a che condizioni ambientali hai esposto il tuo corpo mentre gli dicevi attraverso le asana: “apriti, rilassati, abbandonati, prendi energia, ecc.”
Uno Yoga fatto bene dovrebbe renderti capace di addormentarti in un attimo e riposare rilassatamente. Se le energie sono ancora agitate forse sono troppe.
Vento e Sole sono energie molto intense che spesso diamo per scontate, siamo abituati a convicerci senza notare gli effetti sottili che inducono sui nostri sistemi.
Prova a pensare a te stesso come ad un sistema di raccolta dell’energia sotto forma di luce o sotto forma di movimento, vento. Anche le apparecchiature più sofisticate possono subire danni se l’energia che vi immettiamo diventa troppa.
Quindi pratica all’aperto si! Ma nei momenti giusti e con le condizioni giuste per il massimo beneficio!
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