Anukalana: Hatha o Vinyasa?

La pratica è dolce o dinamica?

Oggi il mondo dello Yoga è caratterizzato da molti metodi e stili che permettono di praticare questa disciplina in vari modi. Generalmente possiamo dividere i vari stili di Yoga in due grandi categorie:

  • scuole che propongono una pratica soprattutto dinamica (basata sul Vinyasa)
  • scuole che propongono una pratica basata prevalentemente sul mantenimento degli asana (generalmente definita come Hatha).

Anukalana riconosce la validità di entrambi queste modalità: quella dinamica dove il movimento coordinato al respiro produce la maggior parte degli effetti e quella più stabile dove il mantenimento delle posizioni permette di curare gli allineamenti e le aperture con maggiore precisione sviluppando grande consapevolezza.

Anukalana distingue la pratica dinamica da quella introspettiva riferendosi ai principi fondamentali del Tantra:

  • Shiva (introspettivo)
  • Shakti (dinamico)

Questi sono i due poli di un continuum che usiamo per creare sequenze che rispondano ad uno o a entrambi questi principi in modo armonioso.

Esistono diverse sequenze di Anukalana Yoga che vanno da quelle più dolci a quelle più dinamiche. In quelle più dolci il mantenimento dell’asana e l’interiorizzazione sono il focus principale mentre in quelle più dinamiche il movimento è lo strumento attraverso il quale si stimola lo sviluppo di certe funzioni vitali e il risveglio di un’istintività perduta (come animali la nostra naturale  tendenza è muoverci).

Effettivamente queste due principali modalità possono anche soddisfare i bisogni dell’individuo in momenti diversi della sua esistenza. In certi periodi della tua vita infatti potresti sentire il bisogno di praticare lo Yoga in modo molto dinamico ed energico (Shakti) per scaricarti e dinamizzarti mentre in altri potresti sentirti attratto da una pratica che favorisce maggiormente l’interiorizzazione (Shiva) attraverso asana eseguite lentamente, per tempi lunghi e in modo dolce.

La pratica di Anukàlana Yoga inoltre è inoltre strutturata in modo da seguire cicli naturali attraverso cui puoi riconnetterti con le funzioni vitali legate ai Chakra. Questo tipo di lavoro sviluppa corpo e mente in modo equilibrato e armonico.

Sia la pratica Shiva che quella Shakti  aiutano a facilitare il fluire del Prana nel corpo non solo attraverso gli allineamenti che rispettano la costituzione individuale ma anche attraverso il movimento che basato su alcune tecniche sviluppatesi in questo approccio (come ad esempio la respirazione articolare) che permettono di di liberare i percorsi energetici che madre natura ha già tracciato dentro di noi.

In una sessione di pratica, le sequenze di asana e il particolare modo di muoversi da una all’altra unito alla respirazione tipica di questo metodo (Respirazione Organismica), permettono di aprire i canali energetici e ottenere il massimo dalle asana seguendo l’ordine gerarchico dei Chakra. Dal Muladhara al Vishudda ogni funzione vitale viene risvegliata grazie alla parte più fisica del lavoro mentre i Chakra superiori vengono stimolati soprattutto grazie alla Meditazione.

Gli Asana e il Pranayama servono a preparare il praticante alla Meditazione profonda e Anukalana si è sviluppato ricordando costantemente questo obbiettivo fondamentale a differenza di molti stili moderni che la meditazione la affrontano come fosse un rilassamento o addirittura la tralasciano.